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La storia- Castello Dal Verme

Zavattarello (PV) Il Castello di Zavattarello è un mirabile esempio di architettura militare, la cui funzionalità gli ha permesso di resistere a numerosi assedi senza mai venire espugnato. La visita guidata conduce in ogni sala, dalle prigioni scavate nella roccia alla cima della torre di avvistamento, da cui si gode un panorama mozzafiato delle vallate circostanti. La vista quassù spazia a 360°, dando la migliore idea della posizione strategica del castello: si possono ammirare i castelli dei dintorni - Valverde, Pietragavina, Torre degli Alberi, fino a Montalto Pavese e alla Pianura Padana. Nelle giornate più limpide, la catena delle Alpi circonda le colline quasi a volerle stringere in un abbraccio. Unico nel suo genere è il sistema interno di livelli, collegati da numerosi passaggi e scale secondarie, quasi un labirinto, aspetto che suscita numerose interpretazioni e curiosità, essendo troppo particolare per essere soltanto un riflesso dei numerosi rimaneggiamenti che la struttura subì nel corso del tempo. Il restauro della struttura architettonica è terminato da pochi anni ed ora ogni angolo del maniero è tornato al suo antico splendore: dalla Sala delle Feste alla cucina, dalla Sala della Musica alla Sala delle Armi, dalla camera da letto barocca all'affascinante cortile interno. Ma ciò che colpisce di più il visitatore è l'imponenza, la solennità, l'emozione che suscita essere completamente immersi in oltre mille anni di storia, il ripercorrere passo dopo passo, gradino dopo gradino, la vita di centinaia di persone che passando di qui hanno in qualche modo lasciato una loro traccia, un frammento della loro vita e del loro tempo. Questa eredità è stata accolta dalle guide, dai custodi, dagli amministratori del Comune e da tutti coloro che oggi amano questo luogo magico e si impegnano per trasmettere al presente e al futuro la grande eredità del passato, che è la miglior lezione per iniziare a costruire un futuro migliore. Le principali vicende storiche Il primo nucleo del castello di Zavattarello venne edificato dal Monastero di Bobbio (Pc) molto probabilmente alla fine del X secolo. Esso restò possedimento del monastero sino al 1169, quando, durante le lotte tra Pavesi e Piacentini, fu conquistato da questi ultimi. Nel 1209, per decisione dell'imperatore Ottone IV, Zavattarello ridivenne possedimento del vescovo di Bobbio. Fu teatro di prolungate contese tra due fazioni piacentine: quella ghibellina capitanata dalla famiglia Landi e quella guelfa guidata dalla casata degli Scotti. Le alterne vicende belliche e diplomatiche permisero a entrambe le parti di governare il feudo. Su Ubertino Landi, temuto signore di Zavattarello a partire dal 1264, si favoleggiavano truci leggende. Difese il castello da numerosi attacchi e combatté in altrettante sanguinarie battaglie. Fu grazie alla sua potente influenza che si consolidò lo sviluppo del borgo di Zavattarello. Col tempo e con la vecchiaia egli però decise di cedere i suoi possedimenti ai guelfi piacentini. Nel 1327 Manfredo Landi divenne signore del castello, grazie a Lodovico il Bavaro. Il suo dominio sull'Oltrepò Pavese si consolidò nel 1358, quando le famiglie Landi, Beccaria e Visconti si allearono contro i Pavesi, firmando l'accordo proprio all'interno del Castello di Zavattarello. L'affermazione dei Visconti segnò l'ascesa dei Dal Verme: nel 1385 il vescovo di Bobbio, Roberto Lanfranco da Pisa, recuperò il possesso del feudo di Zavattarello e lo attribuì nel 1390 a Jacopo Dal Verme, celebre condottiero di origine veronese e fondatore di una scuola militare conosciuta in tutta Europa. Questo celebre capitano di ventura, che meritò una citazione da Lodovico Ariosto nel XXIII canto dell'Orlando Furioso, fu il primo della casata Dal Verme ad avere possedimenti nell'Oltrepò Pavese. Nel 1485 Lodovico il Moro fece avvelenare il conte Pietro Dal Verme, che non lasciò prole maschile: il Moro si impadronì cosi di Zavattarello e lo infeudò a Galeazzo Sanseverino, conte di Caiazzo. Nel 1499 il Moro fuggì da Milano di fronte all'avanzata dell'esercito francese comandato dal milanese Gian Giacomo Trivulzio e si rifugiò in Germania, insieme al Sanseverino. Bernardino della Corte, cui era stato affidato il Castello di Milano, si arrese ai Francesi per denaro e fu ricompensato proprio col feudo di Zavattarello e con altri beni che erano appartenuti ai Dal Verme. Gli eredi di questa famiglia però continuavano a reclamare i propri diritti e nel 1512, alla morte della Corte, riebbero Zavattarello. Da parte sua, il Sanseverino si alleò ai Francesi e nel 1520 riottenne il feudo da Francesco I. Le lotte tra il Sanseverino e i Dal Verme terminarono solo con la morte del primo nel corso della battaglia di Pavia nel 1525: da allora i Dal Verme rimasero padroni incontrastati del feudo di Zavattarello. Con la seconda guerra mondiale, i Conti lasciarono il castello, che divenne uno dei teatri delle vicende belliche dell'Oltrepò, venendo purtroppo danneggiato da un incendio il 23 novembre 1944. Nel 1975 i figli e la moglie del Conte Giuseppe Dal Verme firmarono un atto di donazione del castello al Comune di Zavattarello, che ne è l'attuale proprietario e che si è occupato, nei decenni, dei restauri che rendono oggi il maniero un polo di attrazione turistica e culturale in continua crescita.

LA LEGGENDA

Un fantasma tra le mura

Storia e leggenda di Pietro dal Verme Oltre a importanti fatti storici, il Castello Dal Verme è stato anche testimone di numerosi strani eventi che restano tutt'ora senza una plausibile spiegazione. Essi sono attribuiti allo spirito di Pietro dal Verme, signore del castello nel XV secolo. Pietro era promesso sposo a Chiara Sforza, la figlia del potente signore di Milano Galeazzo Maria: si trattava di pure nozze di convenienza che miravano ad unire due esponenti di due ricche e potenti famiglie del Nord Italia. Pietro però si era innamorato di Cecilia Del Maino, figlia del consigliere ducale Andreotto. Con quest'ultimo, Pietro iniziò a trattare per poter sposare la sua amata, ma agli Sforza la cosa non piacque. Galeazzo Maria lo fece arrestare per disobbedienza, nel tentativo di convincerlo alle nozze con sua figlia Chiara. Il dal Verme fu infine liberato grazie alla mediazione di Federico da Montefeltro e ottenne, infine, anche il consenso alle nozze con Cecilia. La coppia trascorse insieme alcuni felici anni, fino alla morte prematura di lei nel 1479. Poiché Chiara Sforza era ancora nubile, in breve tempo venne celebrato il matrimonio tra lei e Pietro. Però gli storici dell'epoca sostengono che la sposina non avesse accettato il fatto che Pietro le avesse preferito un'altra donna: il matrimonio era stato di convenienza, ma la Sforza non era contenta di essere la seconda scelta. Così, istigata forse dallo zio Lodovico il Moro, che avrebbe ottenuto discreti vantaggi dalla morte del dal Verme, Chiara uccise suo marito. Si vocifera che il 17 ottobre 1485 la donna abbia aggiunto un potente veleno alla colazione di Pietro: per il dal Verme non ci fu scampo. Qui finisce la storia, e comincia la leggenda... Numerose sono le testimonianze di avvenimenti inspiegabili accaduti nelle sale del castello di Zavattarello: sedie spostate, strani rumori, porte aperte misteriosamente, spartiti scomparsi durante i concerti, voci maschili senza volto. Fonte: www.zavattarello.org Foto 1 castello: www.mondimedievali.net
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La storia- Castello Dal

Verme

Zavattarello (PV) Il Castello di Zavattarello è un mirabile esempio di architettura militare, la cui funzionalità gli ha permesso di resistere a numerosi assedi senza mai venire espugnato. La visita guidata conduce in ogni sala, dalle prigioni scavate nella roccia alla cima della torre di avvistamento, da cui si gode un panorama mozzafiato delle vallate circostanti. La vista quassù spazia a 360°, dando la migliore idea della posizione strategica del castello: si possono ammirare i castelli dei dintorni - Valverde, Pietragavina, Torre degli Alberi, fino a Montalto Pavese e alla Pianura Padana. Nelle giornate più limpide, la catena delle Alpi circonda le colline quasi a volerle stringere in un abbraccio. Unico nel suo genere è il sistema interno di livelli, collegati da numerosi passaggi e scale secondarie, quasi un labirinto, aspetto che suscita numerose interpretazioni e curiosità, essendo troppo particolare per essere soltanto un riflesso dei numerosi rimaneggiamenti che la struttura subì nel corso del tempo. Il restauro della struttura architettonica è terminato da pochi anni ed ora ogni angolo del maniero è tornato al suo antico splendore: dalla Sala delle Feste alla cucina, dalla Sala della Musica alla Sala delle Armi, dalla camera da letto barocca all'affascinante cortile interno. Ma ciò che colpisce di più il visitatore è l'imponenza, la solennità, l'emozione che suscita essere completamente immersi in oltre mille anni di storia, il ripercorrere passo dopo passo, gradino dopo gradino, la vita di centinaia di persone che passando di qui hanno in qualche modo lasciato una loro traccia, un frammento della loro vita e del loro tempo. Questa eredità è stata accolta dalle guide, dai custodi, dagli amministratori del Comune e da tutti coloro che oggi amano questo luogo magico e si impegnano per trasmettere al presente e al futuro la grande eredità del passato, che è la miglior lezione per iniziare a costruire un futuro migliore. Le principali vicende storiche Il primo nucleo del castello di Zavattarello venne edificato dal Monastero di Bobbio (Pc) molto probabilmente alla fine del X secolo. Esso restò possedimento del monastero sino al 1169, quando, durante le lotte tra Pavesi e Piacentini, fu conquistato da questi ultimi. Nel 1209, per decisione dell'imperatore Ottone IV, Zavattarello ridivenne possedimento del vescovo di Bobbio. Fu teatro di prolungate contese tra due fazioni piacentine: quella ghibellina capitanata dalla famiglia Landi e quella guelfa guidata dalla casata degli Scotti. Le alterne vicende belliche e diplomatiche permisero a entrambe le parti di governare il feudo. Su Ubertino Landi, temuto signore di Zavattarello a partire dal 1264, si favoleggiavano truci leggende. Difese il castello da numerosi attacchi e combatté in altrettante sanguinarie battaglie. Fu grazie alla sua potente influenza che si consolidò lo sviluppo del borgo di Zavattarello. Col tempo e con la vecchiaia egli però decise di cedere i suoi possedimenti ai guelfi piacentini. Nel 1327 Manfredo Landi divenne signore del castello, grazie a Lodovico il Bavaro. Il suo dominio sull'Oltrepò Pavese si consolidò nel 1358, quando le famiglie Landi, Beccaria e Visconti si allearono contro i Pavesi, firmando l'accordo proprio all'interno del Castello di Zavattarello. L'affermazione dei Visconti segnò l'ascesa dei Dal Verme: nel 1385 il vescovo di Bobbio, Roberto Lanfranco da Pisa, recuperò il possesso del feudo di Zavattarello e lo attribuì nel 1390 a Jacopo Dal Verme, celebre condottiero di origine veronese e fondatore di una scuola militare conosciuta in tutta Europa. Questo celebre capitano di ventura, che meritò una citazione da Lodovico Ariosto nel XXIII canto dell'Orlando Furioso, fu il primo della casata Dal Verme ad avere possedimenti nell'Oltrepò Pavese. Nel 1485 Lodovico il Moro fece avvelenare il conte Pietro Dal Verme, che non lasciò prole maschile: il Moro si impadronì cosi di Zavattarello e lo infeudò a Galeazzo Sanseverino, conte di Caiazzo. Nel 1499 il Moro fuggì da Milano di fronte all'avanzata dell'esercito francese comandato dal milanese Gian Giacomo Trivulzio e si rifugiò in Germania, insieme al Sanseverino. Bernardino della Corte, cui era stato affidato il Castello di Milano, si arrese ai Francesi per denaro e fu ricompensato proprio col feudo di Zavattarello e con altri beni che erano appartenuti ai Dal Verme. Gli eredi di questa famiglia però continuavano a reclamare i propri diritti e nel 1512, alla morte della Corte, riebbero Zavattarello. Da parte sua, il Sanseverino si alleò ai Francesi e nel 1520 riottenne il feudo da Francesco I. Le lotte tra il Sanseverino e i Dal Verme terminarono solo con la morte del primo nel corso della battaglia di Pavia nel 1525: da allora i Dal Verme rimasero padroni incontrastati del feudo di Zavattarello. Con la seconda guerra mondiale, i Conti lasciarono il castello, che divenne uno dei teatri delle vicende belliche dell'Oltrepò, venendo purtroppo danneggiato da un incendio il 23 novembre 1944. Nel 1975 i figli e la moglie del Conte Giuseppe Dal Verme firmarono un atto di donazione del castello al Comune di Zavattarello, che ne è l'attuale proprietario e che si è occupato, nei decenni, dei restauri che rendono oggi il maniero un polo di attrazione turistica e culturale in continua crescita.

LA LEGGENDA

Un fantasma tra le mura

Storia e leggenda di Pietro dal Verme Oltre a importanti fatti storici, il Castello Dal Verme è stato anche testimone di numerosi strani eventi che restano tutt'ora senza una plausibile spiegazione. Essi sono attribuiti allo spirito di Pietro dal Verme, signore del castello nel XV secolo. Pietro era promesso sposo a Chiara Sforza, la figlia del potente signore di Milano Galeazzo Maria: si trattava di pure nozze di convenienza che miravano ad unire due esponenti di due ricche e potenti famiglie del Nord Italia. Pietro però si era innamorato di Cecilia Del Maino, figlia del consigliere ducale Andreotto. Con quest'ultimo, Pietro iniziò a trattare per poter sposare la sua amata, ma agli Sforza la cosa non piacque. Galeazzo Maria lo fece arrestare per disobbedienza, nel tentativo di convincerlo alle nozze con sua figlia Chiara. Il dal Verme fu infine liberato grazie alla mediazione di Federico da Montefeltro e ottenne, infine, anche il consenso alle nozze con Cecilia. La coppia trascorse insieme alcuni felici anni, fino alla morte prematura di lei nel 1479. Poiché Chiara Sforza era ancora nubile, in breve tempo venne celebrato il matrimonio tra lei e Pietro. Però gli storici dell'epoca sostengono che la sposina non avesse accettato il fatto che Pietro le avesse preferito un'altra donna: il matrimonio era stato di convenienza, ma la Sforza non era contenta di essere la seconda scelta. Così, istigata forse dallo zio Lodovico il Moro, che avrebbe ottenuto discreti vantaggi dalla morte del dal Verme, Chiara uccise suo marito. Si vocifera che il 17 ottobre 1485 la donna abbia aggiunto un potente veleno alla colazione di Pietro: per il dal Verme non ci fu scampo. Qui finisce la storia, e comincia la leggenda... Numerose sono le testimonianze di avvenimenti inspiegabili accaduti nelle sale del castello di Zavattarello: sedie spostate, strani rumori, porte aperte misteriosamente, spartiti scomparsi durante i concerti, voci maschili senza volto. Fonte: www.zavattarello.org Foto 1 castello: www.mondimedievali.net
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