Associazione Culturale Orizzonti Paranormali
“Non tutto quello che non si comprende necessariamente non esiste”
© Copyright 2011-2024, tutti i diritti sono riservati. E’ vietata la copia e la pubblicazione, anche parziale, del materiale su altri siti internet e / o su qualunque altro mezzo, ai sensi della legge 22 aprile 1941 nr 633 modificata dalla legge 22 maggio 2004 nr 128.
Associazione Culturale Orizzonti Paranormali

RESOCONTO DELLA RICERCA CASTELLO DI SAN PELAGIO

DUE CARRARE (PD)

La ricerca effettuata il 10/03/2012 dal Team di Orizzonti Paranormali, presso il Castello di San Pelagio, si è suddivisa principalmente in due fasi. Durante un primo sopralluogo diurno abbiamo individuato, grazie all’ intervento del soggetto sensibile, le zone di maggior interesse per eseguire l’indagine e per raccogliere dati, necessari allo scopo di individuare possibili fonti inquinanti, ma anche nel caso in cui, in seguito, fossero servite eventuali comparazioni fotografic he. Infine, nel corso di una successiva ricerca serale e notturna, abbiamo potuto accedere ai locali reputati più significativi al fine dell’indagine, all’interno del Museo dell’Aria e presso i giardini che circondano Villa Zaborra, riuscendo ad utilizzare svariati strumenti per eseguire diversi rilevamenti nei vari ambienti. Nello specifico, la nostra squadra ha effettuato delle riprese tramite l’ausilio di telecamere e macchine fotografiche di svariate tipologie, impiegate anche con tecniche differenti, e raccolto registrazioni di tipo acustico, accompagnate da frequenti monitoraggi del campo elettromagnetico e termico con apposite apparecchiature. Sono state utilizzate, inoltre, anche strumentazioni sperimentali per l’irradiamento e la misurazione a largo raggio di frequenza nella gamma infrarossa e ultravioletta. Durante la ricerca abbiamo cercato di individuare e isolare il più possibile eventuali fonti inquinanti naturali, tenendo sempre presente che tali fenomeni comunque non possono essere esclusi totalmente. Teniamo a specificare che, durante l’indagine, non erano presenti persone estranee, fatta eccezione per il responsabile del luogo in questione. Tale precauzione è stata adottata per evitare il più possibile l’inquinamento del materiale raccolto durante l’investigazione. Esaminando quanto rilevato durante la ricerca presso il Castello di San Pelagio, abbiamo potuto riscontrare svariate anomalie. Il campo in cui è emerso il maggior numero d’irregolarità è stato quello fotografico. Sono numerose, infatti, le sagome e le figure piuttosto singolari comparse nelle foto scattate all’interno del castello. Abbiamo analizzato con attenzione anche le diverse posizioni e angolazioni degli elementi presenti nelle foto e ciò sembra confermare ulteriormente l’ipotesi che si tratti di fenomeni inconsueti. Dopo un esame accurato, siamo arrivati alla conclusione che, con buona probabilità, il tipo di luce presente sul posto non poteva generare effetti di aberrazioni cromatiche, visto anche l’utilizzo di lenti filtranti. Sono stati effettuati, infatti, numerosi scatti fotografici, tre dei quali a nostro avviso di importanza rilevante. Elenchiamo di seguito una breve descrizione di tali scatti. La foto, eseguita nel giardino di rappresentanza del Castello di San Pelagio, in condizioni di luce minima, è stata contrastata per evidenziare maggiormente qu ella che sembrava essere un’anomalia raffigurante una possibile figura incappucciata. Il soggetto sensibile , che fin dal momento del sopralluogo e anche durante la ricerca ha asserito più volte di percepire, in tale zona, una forte energia di tipo territoriale, molto legata all’ambiente, è riuscito a focalizzare l a figura in questione, fornendo diversi dettagli fisionomici che potrebbero ricondurre all’aspetto di un vecchio proprietario della villa, ritratto in un dipinto all’interno del museo, successivamente illustrato dal direttore del Museo. Esaminando la fotografia, si può intravedere una figura evanescente, che sembra fluttuare a poca distanza dal soggetto sensibile, quasi come se stesse appoggiando un braccio sulla sua spalla. Abbiamo eseguito una comparazione tra essa e gli scatti precedenti e successivi per verificarne le differenze o i possibili aumenti di “rumore di fondo”. È emerso che la figura diafana si è presentata solo nel momento di quello scatto. Per avere un’ulteriore conferma di ciò, abbiamo confrontato la fotografia con il nostro materiale video, per valutare se sussistessero eventuali effetti pareidolici dovuti alla colorazione del muro in quel punto. Non sono state rilevate differenze cromatiche e nemmeno altre possibili forme riconducibili all’anomalia. Possiamo pertanto affermare che tale figura antropomorfa potrebbe essere il risultato di qualcosa generato in quel preciso momento. Sul luogo sono state evidenziate delle differenze sostanziali di temperatura, che hanno generato fenomeni di “hot-spot” (sbalzi repentini ed ingiustificati di temperatura). Sembra abbastanza frequente che durante le possibili interazioni di un soggetto sensibile con tali “presenze o forme di energie si possano presentare delle anomalie termiche. Le differenze termiche nella zona, dove la figura è emersa, sono state superiori o uguali a 11 °C Altro scatto interessante è stato eseguito presso il viale detto Carpinata, nelle vicinanze della vecchia ghiacciaia. Confrontando l’immagine con il materiale presente sul posto e prendendo in considerazione gli eventuali fenomeni ottici che avrebbero potuto generarsi, non siamo riusciti a trovare nessuna similitudine che possa aver ricondotto all’immagine emersa. Abbiamo escluso possibili trascinamenti o effetti scia, poiché la foto non risulta essere mossa. L’immagine mostra la figura di un possibile bambino che si sarebbe generata accanto ad una panchina del viale. La figura non è perfettamente definita, in quanto è stata ingrandita e le condizioni di luce nell’ambiente erano scarse. Si possono notare, infatti, le sembianze ben delineate di un bambino che sembra guardare nella nostra direzione e il cui corpo si sviluppa quasi unicamente nella parte superiore del busto. L’altezza di quello che dovrebbe essere il volto, inoltre, sembra coincidere proprio con la statura usuale di un bimbo. Ciò che colpisce è che il possibile fanciullo sembra indossare un grembiulino nero con il colletto bianco, proprio come quelli che si usavano portare a scuola negli anni passati. La nostra ipotesi riguardo all’apparizione di un infante sarebbe ulteriormente avvalorata perché, tale probabile presenza, sembra ripresentarsi in altri due nostri scatti eseguiti lungo il viale che conduce alla ghiacciaia. Altro scatto interessante è stato eseguito nel giardino di rappresentanza del Castello, in prossimità della torre principale. Precisiamo che alcune delle nostre foto sono state realizzate con apparecchiature sperimentali (Over Line), che secondo le nostre teorie e sulla base dell’esperienza personale maturata sul campo, evidenzierebbero maggiormente le anomalie presenti nei luoghi di ricerca. Si può infatti notare che in una zona vicino alle arcate, davanti ad una colonna presso l’ingresso che accesso al giardino, è ben visibile una figura che sembra avere delle fattezze significative. Nell’immagine sembra apparire, con lineamenti ben marcati, un volto maschile con una folta capigliatura e provvisto di baffi. L’immagine pare rimandare a quella di un possibile cavaliere, le cui spalle fuoriescono dalla colonna. Osservando e valutando altri scatti, dove la figura non emergeva, siamo arrivati alla conclusione che tale forma anomala doveva avere approssimativamente un’altezza superiore ai 2,5 metri. Abbiamo escluso l’ipotesi che si potesse trattare di un membro del gruppo perché, durante le registrazioni video, nessuno si trovava in quel punto preciso, anche a causa dello spazio esiguo che vi era tra le piante e la colonna. Abbiamo successivamente elaborato l’immagine e, utilizzando dei filtri per meglio evidenziare l’anomalia, si possono anche notare, appena abbozzate, quelle che sembrano due braccia che a loro volta si appoggiano a qualcosa di non ben definito. Altri scatti sono stati eseguiti nelle aree circostanti al castello e hanno presentato anomalie interpretabili, ma curiose. Tutti gli scatti sono stati ulteriormente esaminati accuratamente e sembrano aver carpito ulteriori figure, ma di rilevanza minore. Come esperienze personali del sensitivo è interessante notare, ancora una volta, come la stretta correlazione tra persone sensibili e fenomeni ottici anomali sia saldamente presente. Altro avvenimento, di non poca importanza, che stupisce e come il nostro sensitivo sia riuscito a descrivere due armature storiche, indicandone i punti esatti dove egli le visualizzava, avendo un successivo riscontro con il direttore del Castello, il quale, dichiarava che le armature descritte erano state posizionate proprio in quei punti esatti e che l’intera descrizione coincideva con la tipologia di armature che ormai da tempo erano chiuse al pubblico, in una stanza della torre, e che, pertanto, era impossibile saperlo, in quanto esposte per breve periodo. Altro fatto che lascia pensare è la descrizione dettagliata delle caratteristiche fisiche che il Sensitivo ha dato nella stanza del D’annunzio. In pratica, descriveva le particolarità fisiche di un vecchio proprietario del castello che, in epoca precedente al famoso D’annunzio, abitava proprio in quel punto della villa e che poi, successivamente, il direttore ci mostrava, in un’altra stanza, il dipinto raffigurante tale persona a noi, fino a quel momento, sconosciuta. Esaminando accuratamente l’audio sul piano delle frequenze acustiche, tuttavia, abbiamo notato che alcuni s uoni vocalizzi e voci non potevano derivare da fonti inquinanti né, tantomeno, avevano origine umana . Il successivo lavoro di elaborazione e analisi, utilizzando test spettrografici, ha evidenziato i fenomeni audio che si sono distinti in svariate nature e tipologie. In particolare, quelli che più ci hanno colpito, sono stati dei vocalizzi registrati nella Sala delle Mongolfiere, che risultano incomprensibili, ma che potrebbero avere caratteristiche simili a quelle di elocuzioni verbali. Sono stati, inoltre, registrati rumori di significativa rilevanza, come un respiro e un considerevole spostamento di un oggetto nella torre principale, da noi monitorata anche con speciali sensori che garantivano la veridicità dell’assenza di persone.
Simbolo cr sito orrizzonti paranormali
Infinito logo ufficiale Orizzonti Paranormali
Associazione Culturale Orizzonti Paranormali

RESOCONTO DELLA

RICERCA CASTELLO DI

SAN PELAGIO

DUE CARRARE (PD)

La ricerca effettuata il 10/03/2012 dal Team di Orizzonti Paranormali, presso il Castello di San Pelagio, si è suddivisa principalmente in due fasi. Durante un primo sopralluogo diurno abbiamo individuato, grazie all’ intervento del soggetto sensibile, le zone di maggior interesse per eseguire l’indagine e per raccogliere dati, necessari allo scopo di individuare possibili fonti inquinanti, ma anche nel caso in cui, in seguito, fossero servite eventuali comparazioni fotografic he. Infine, nel corso di una successiva ricerca serale e notturna, abbiamo potuto accedere ai locali reputati più significativi al fine dell’indagine, all’interno del Museo dell’Aria e presso i giardini che circondano Villa Zaborra, riuscendo ad utilizzare svariati strumenti per eseguire diversi rilevamenti nei vari ambienti. Nello specifico, la nostra squadra ha effettuato delle riprese tramite l’ausilio di telecamere e macchine fotografiche di svariate tipologie, impiegate anche con tecniche differenti, e raccolto registrazioni di tipo acustico, accompagnate da frequenti monitoraggi del campo elettromagnetico e termico con apposite apparecchiature. Sono state utilizzate, inoltre, anche strumentazioni sperimentali per l’irradiamento e la misurazione a largo raggio di frequenza nella gamma infrarossa e ultravioletta. Durante la ricerca abbiamo cercato di individuare e isolare il più possibile eventuali fonti inquinanti naturali, tenendo sempre presente che tali fenomeni comunque non possono essere esclusi totalmente. Teniamo a specificare che, durante l’indagine, non erano presenti persone estranee, fatta eccezione per il responsabile del luogo in questione. Tale precauzione è stata adottata per evitare il più possibile l’inquinamento del materiale raccolto durante l’investigazione. Esaminando quanto rilevato durante la ricerca presso il Castello di San Pelagio, abbiamo potuto riscontrare svariate anomalie. Il campo in cui è emerso il maggior numero d’irregolarità è stato quello fotografico. Sono numerose, infatti, le sagome e le figure piuttosto singolari comparse nelle foto scattate all’interno del castello. Abbiamo analizzato con attenzione anche le diverse posizioni e angolazioni degli elementi presenti nelle foto e ciò sembra confermare ulteriormente l’ipotesi che si tratti di fenomeni inconsueti. Dopo un esame accurato, siamo arrivati alla conclusione che, con buona probabilità, il tipo di luce presente sul posto non poteva generare effetti di aberrazioni cromatiche, visto anche l’utilizzo di lenti filtranti. Sono stati effettuati, infatti, numerosi scatti fotografici, tre dei quali a nostro avviso di importanza rilevante. Elenchiamo di seguito una breve descrizione di tali scatti. La foto, eseguita nel giardino di rappresentanza del Castello di San Pelagio, in condizioni di luce minima, è stata contrastata per evidenziare maggiormente qu ella che sembrava essere un’anomalia raffigurante una possibile figura incappucciata. Il soggetto sensibile , che fin dal momento del sopralluogo e anche durante la ricerca ha asserito più volte di percepire, in tale zona, una forte energia di tipo territoriale, molto legata all’ambiente, è riuscito a focalizzare l a figura in questione, fornendo diversi dettagli fisionomici che potrebbero ricondurre all’aspetto di un vecchio proprietario della villa, ritratto in un dipinto all’interno del museo, successivamente illustrato dal direttore del Museo. Esaminando la fotografia, si può intravedere una figura evanescente, che sembra fluttuare a poca distanza dal soggetto sensibile, quasi come se stesse appoggiando un braccio sulla sua spalla. Abbiamo eseguito una comparazione tra essa e gli scatti precedenti e successivi per verificarne le differenze o i possibili aumenti di “rumore di fondo”. È emerso che la figura diafana si è presentata solo nel momento di quello scatto. Per avere un’ulteriore conferma di ciò, abbiamo confrontato la fotografia con il nostro materiale video, per valutare se sussistessero eventuali effetti pareidolici dovuti alla colorazione del muro in quel punto. Non sono state rilevate differenze cromatiche e nemmeno altre possibili forme riconducibili all’anomalia. Possiamo pertanto affermare che tale figura antropomorfa potrebbe essere il risultato di qualcosa generato in quel preciso momento. Sul luogo sono state evidenziate delle differenze sostanziali di temperatura, che hanno generato fenomeni di “hot- spot” (sbalzi repentini ed ingiustificati di temperatura). Sembra abbastanza frequente che durante le possibili interazioni di un soggetto sensibile con tali “presenze o forme di energie si possano presentare delle anomalie termiche. Le differenze termiche nella zona, dove la figura è emersa, sono state superiori o uguali a 11 °C Altro scatto interessante è stato eseguito presso il viale detto Carpinata, nelle vicinanze della vecchia ghiacciaia. Confrontando l’immagine con il materiale presente sul posto e prendendo in considerazione gli eventuali fenomeni ottici che avrebbero potuto generarsi, non siamo riusciti a trovare nessuna similitudine che possa aver ricondotto all’immagine emersa. Abbiamo escluso possibili trascinamenti o effetti scia, poiché la foto non risulta essere mossa. L’immagine mostra la figura di un possibile bambino che si sarebbe generata accanto ad una panchina del viale. La figura non è perfettamente definita, in quanto è stata ingrandita e le condizioni di luce nell’ambiente erano scarse. Si possono notare, infatti, le sembianze ben delineate di un bambino che sembra guardare nella nostra direzione e il cui corpo si sviluppa quasi unicamente nella parte superiore del busto. L’altezza di quello che dovrebbe essere il volto, inoltre, sembra coincidere proprio con la statura usuale di un bimbo. Ciò che colpisce è che il possibile fanciullo sembra indossare un grembiulino nero con il colletto bianco, proprio come quelli che si usavano portare a scuola negli anni passati. La nostra ipotesi riguardo all’apparizione di un infante sarebbe ulteriormente avvalorata perché, tale probabile presenza, sembra ripresentarsi in altri due nostri scatti eseguiti lungo il viale che conduce alla ghiacciaia. Altro scatto interessante è stato eseguito nel giardino di rappresentanza del Castello, in prossimità della torre principale. Precisiamo che alcune delle nostre foto sono state realizzate con apparecchiature sperimentali (Over Line), che secondo le nostre teorie e sulla base dell’esperienza personale maturata sul campo, evidenzierebbero maggiormente le anomalie presenti nei luoghi di ricerca. Si può infatti notare che in una zona vicino alle arcate, davanti ad una colonna presso l’ingresso che accesso al giardino, è ben visibile una figura che sembra avere delle fattezze significative. Nell’immagine sembra apparire, con lineamenti ben marcati, un volto maschile con una folta capigliatura e provvisto di baffi. L’immagine pare rimandare a quella di un possibile cavaliere, le cui spalle fuoriescono dalla colonna. Osservando e valutando altri scatti, dove la figura non emergeva, siamo arrivati alla conclusione che tale forma anomala doveva avere approssimativamente un’altezza superiore ai 2,5 metri. Abbiamo escluso l’ipotesi che si potesse trattare di un membro del gruppo perché, durante le registrazioni video, nessuno si trovava in quel punto preciso, anche a causa dello spazio esiguo che vi era tra le piante e la colonna. Abbiamo successivamente elaborato l’immagine e, utilizzando dei filtri per meglio evidenziare l’anomalia, si possono anche notare, appena abbozzate, quelle che sembrano due braccia che a loro volta si appoggiano a qualcosa di non ben definito. Altri scatti sono stati eseguiti nelle aree circostanti al castello e hanno presentato anomalie interpretabili, ma curiose. Tutti gli scatti sono stati ulteriormente esaminati accuratamente e sembrano aver carpito ulteriori figure, ma di rilevanza minore. Come esperienze personali del sensitivo è interessante notare, ancora una volta, come la stretta correlazione tra persone sensibili e fenomeni ottici anomali sia saldamente presente. Altro avvenimento, di non poca importanza, che stupisce e come il nostro sensitivo sia riuscito a descrivere due armature storiche, indicandone i punti esatti dove egli le visualizzava, avendo un successivo riscontro con il direttore del Castello, il quale, dichiarava che le armature descritte erano state posizionate proprio in quei punti esatti e che l’intera descrizione coincideva con la tipologia di armature che ormai da tempo erano chiuse al pubblico, in una stanza della torre, e che, pertanto, era impossibile saperlo, in quanto esposte per breve periodo. Altro fatto che lascia pensare è la descrizione dettagliata delle caratteristiche fisiche che il Sensitivo ha dato nella stanza del D’annunzio. In pratica, descriveva le particolarità fisiche di un vecchio proprietario del castello che, in epoca precedente al famoso D’annunzio, abitava proprio in quel punto della villa e che poi, successivamente, il direttore ci mostrava, in un’altra stanza, il dipinto raffigurante tale persona a noi, fino a quel momento, sconosciuta. Esaminando accuratamente l’audio sul piano delle frequenze acustiche, tuttavia, abbiamo notato che alcuni s uoni vocalizzi e voci non potevano derivare da fonti inquinanti né, tantomeno, avevano origine umana . Il successivo lavoro di elaborazione e analisi, utilizzando test spettrografici, ha evidenziato i fenomeni audio che si sono distinti in svariate nature e tipologie. In particolare, quelli che più ci hanno colpito, sono stati dei vocalizzi registrati nella Sala delle Mongolfiere, che risultano incomprensibili, ma che potrebbero avere caratteristiche simili a quelle di elocuzioni verbali. Sono stati, inoltre, registrati rumori di significativa rilevanza, come un respiro e un considerevole spostamento di un oggetto nella torre principale, da noi monitorata anche con speciali sensori che garantivano la veridicità dell’assenza di persone.
logo cr p
Menu